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Schillaci: defiscalizzeremo l'indennità a chi lavora nei pronto soccorso, tetto ai gettonisti

Professione Redazione DottNet | 24/03/2023 19:27

Il Ministro: "Stiamo pensando di autorizzare gli infermieri che lavorano in ospedale a fare ore retribuite extra anche in case e ospedali di comunità". Onotri (Smi): "non si affronta il problema della carenza dei medici"

"Snellire le liste d'attesa aumentando il compenso dell'orario aggiuntivo dei medici e degli operatori sanitari. Mettere dei paletti all'uso dei gettonisti.    Pensiamo infine per chi lavora nei reparti in prima linea di defiscalizzare l'indennità di specificità medica da circa 8 mila euro l'anno e di dare maggior peso ai contributi previdenziali per ogni anno lavorato in questi reparti". Così, in una intervista alla Stampa, il ministro della Salute Orazio Schillaci, parlando del futuro decreto omnibus sulla sanità che comprenderà misure per la medicina d'urgenza e per chi opera nei pronto soccorso.     "E' anche un modo per incentivare i giovani a iscriversi a quelle specialità meno attrattive da un punto di vista economico perché hanno poco mercato privato".

Rispetto al numero chiuso a Medicina "abbatterlo no ma stiamo lavorando con il Miur per aumentare gli accessi alle Facoltà". Alla domanda su dove si troveranno medici e infermieri che dovranno lavorare nelle nuove 1.400 case e negli oltre 400 ospedali di comunità, il ministro risponde: "Tra medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, pediatri ed ex guardie mediche abbiamo 82 mila professionisti, che oggi lavorano però troppo isolati, mentre nelle nuove strutture potranno garantire una migliore assistenza lavorando in team. Quelli che mancano veramente sono gli infermieri. Per questo stiamo pensando di autorizzare coloro che lavorano in ospedale a fare ore retribuite extra anche in case e ospedali di comunità". Sul divieto di fumo anche all'aperto in presenza di bambini e donne incinte, il governo andrà avanti "sulle sigarette tradizionali, sulle e-cig servirà invece un approfondimento basato su reali evidenze scientifiche".

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"L’intervista a La Stampa del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, non affronta uno dei nodi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale: come si farà fronte alla mancanza drammatica di medici di medicina generale e di quelli ospedalieri nel nostro Paese" così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani in una dichiarazione. "Le Case e gli Ospedali di Comunità previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rischiano di diventare cattedrali nel deserto senza personale medico perché stiamo andando in fretta verso una vera emorragia di 45.000 medici in 5 anni. Questo è quello che si determinerà in Italia per effetto dei pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio Sanitario Nazionale. Il dato grave è quello che le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno comunque bilanciate dalle presumibili nuove. Di questo il Ministro Schillaci dovrebbe preoccuparsi". dice Onotri

"I medici non ci saranno perché in questi ultimi anni la programmazione universitaria dei posti per formare medici di famiglia ha avuto il respiro corto, e in più non si è tenuto conto della gobba pensionistica ,annunciata da anni, e che arriva ora al suo culmine, senza considerare che servono almeno dieci anni, per formare un medico tra laurea e specializzazione", afferma Onotri. "Per gli ospedali e le aziende sanitarie ci aspettiamo dal Governo misure che affrontino davvero i problemi e le criticità che vivono i medici ospedalieri e la dirigenza sanitaria. A tal fine chiediamo di stornare il 5% delle risorse dell’attività libero professionale del fondo di perequazione, prevalentemente verso il sistema di emergenza urgenza e verso il pronto soccorso. Proponiamo una forte l’incentivazione economica dei medici di PS e di emergenza urgenza; per il lavoro della dirigenza sanitaria una detassazione di una a parte dello stipendio, altrimenti come si potrà a competere con la sanità privata e con chi con un reddito di 85.000 euro paga il 15% di flat tax?, precisa l'esponente Smi.

"Ci auguriamo, infine, scelte governative sulla parità di genere nell'ambito delle aziende ospedaliere e sanitarie. Occorrerebbe puntare all'obiettivo di incentivare le aziende sanitarie e ospedaliere ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità, con la necessità di prevedere modalità di lavoro flessibile conclude Onotri -.Il tempo per la sostenibilità della sanità pubblica è ormai sempre più ridotto. Occorre che nel Paese sindacati, associazioni, società civile insieme lottino per la difesa del SSN.È giunto il momento di costruire una grande giornata nazionale unitaria a difesa del servizio sanitario pubblico".

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